18 ottobre 2006

Scarafaggi


«Hey Dick!»

«Ciao Mike. Anche tu qui?»

«Che vuoi farci, mi do da fare. Ma tu? Ti vedo piuttosto dimagrito e, anche a vestiti, mi sembri messo male.»

«Dopo la sciagura della settimana scorsa, noi pochi sopravvissuti siamo ridotti all’osso. Anzi, se non ti dispiace, io continuo la mia ricerca… quasi muoio dalla fame!»

«Sciagura? Che sciagura?»

«Non l’hai saputo? Hanno usato il gas.»

«Il gas? Maledetti!»

«Pare che uno di noi abbia fatto scoprire il nostro nascondiglio e ci hanno sterminati con un potentissimo gas. Accidenti, ho trovato i resti di un po’ di carne… E’ sufficiente a sfamarci per quattro giorni, ma ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a trasportarla.»

«Posso aiutarti io Dick: ho già fatto una buona scorta di carne e vegetali per quasi una settimana. Ma, dimmi di più: come è successo?»

«Diavolo Mike, e come vuoi che sia successo? Eravamo tutti presi dal progetto New Esperanto che quasi non ci siamo accorti di nulla.»

«Eravate la Colonia 16?»

«Eravamo.»

«E a che punto eravate con il progetto?»

«Eravamo sul punto che riuscivamo a capire cosa dicono questi fottutissimi bestioni. Maledizione, ma perché abbiamo scelto giusto questo posto per venire a vivere?»

«Dick, la scelta è stata fatta troppo in fretta. Avevamo davvero pochissimo tempo per scegliere un altro pianeta con le caratteristiche simili al nostro…»

«La Terra… ormai sono talmente preso dai disastri quotidiani che quasi non ci penso più. E poi, adesso, sarà già ridotta in polvere, non credi?»

«Purtroppo si. Chi si aspettava che il sole esplodesse così presto? Ricordo che, ancora 10 anni fa, la cosa sembrava del tutto improbabile.»

«Che anno era sulla Terra?»

«2324.»

«E da quanto tempo siamo qui?»

«Sono già 6 anni.»

«Maledizione, ho quasi perso il conto! Chiuso qui dentro, non riesco più a capire quando è giorno e quando è notte!»

«Noi siamo riusciti a tenere in vita qualche orologio, ma pare che, in questo posto, le giornate siano scandite da un numero diverso di ore.»

«Sono già 6 anni che vivo nel buio per non farmi scoprire… Ma che vita stiamo facendo?»

«Ringrazia il cielo di essere ancora vivo. Aspetta, prendo quella trave: ci può servire per portare meglio tutta questa carne.»

«Ma questo non è vivere.»

«Dick, avresti preferito finire polverizzato sulla Terra? Oppure preferivi perderti nello spazio durante la traversata?»

«A questo punto non lo so più… So solo che sono esausto di dormire solo tre ore al giorno e dedicarmi tutto il tempo a questi assurdi progetti senza fine.»

«Il progetto New Esperanto era un ottimo progetto. E’ importantissimo riprenderlo e portarlo a termine.»

«Ormai io non ci spero più.»

«Ma ti rendi conto che, se riusciamo a comunicare con loro, forse riusciremo a sopravvivere?»

«Cambieresti idea se li sentissi parlare. Noi siamo riusciti a codificare qualche loro conversazione e ti assicuro che c’è poco da sperare… Ci considerano quasi come degli…»

«Zitto Dick! Ho sentito muoversi qualcosa. Rimani immobile: finché siamo al buio non corriamo alcun rischio!»

«Dannazione Mike! Ho una paura dannata!»

«Fermo! Non respirare! Sta venendo qualcuno… Speriamo non faccia alcun tipo di luce.»

«Mike, è sempre più vicino, lo sento»

«Si, è quasi sopra di noi, ma ancora non si è accorto della nostra presenza… Se siamo fortunati se ne andrà così come è venuto.»

«Accidenti, sono davvero enormi!»

«Non muoverti! Forse se ne sta andando.»

«Hey Mike, ho qui con me il decodificatore per il linguaggio di questi mostri. Vuoi usarlo?»

«Perché no Dick? Voglio proprio capire cosa dicono.»

«Tieni, è un residuo del progetto New Esperanto. A me viene il voltastomaco a sentirli parlare.»

«Perché?»

«Ti posso assicurare che hanno una bassissima opinione di noi… Ci vorrebbero tutti morti.»

«Dick, pare che se ne stia andando.»

«Meno male Mike. Dai, facciamo in fretta. Voglio arrivare al più presto al nuovo rifugio e portare questo cibo che sono riuscito a trovare.»

«Sei in un nuovo rifugio adesso?»

«Si, almeno finché la zona dove ci trovavamo prima non verrà risanata. Il gas che hanno usato è stato davvero micidiale. I nostri scienziati sono certi si tratta di un nuovo tipo, certamente più potente.»

«Che effetti ha avuto?»

«Paralizzanti. E’ qualcosa che ti entra nelle ossa e non permette più di muoverti.»

«E’ stato davvero un disastro.»

«Su Mike, muoviamoci. Questa carne pesa un quintale.»

Un rumore sordo. Poi una luce improvvisa, quasi accecante, illumina tutto l’ambiente.

Improvvisamente sento un urlo agghiacciante.

Io e Dick, istintivamente, fuggiamo in due direzioni diverse, lasciando lì il nostro carico di cibo.

Vedo Dick affannarsi per proteggersi dietro un muretto, ma è troppo stanco e affamato per correre come dovrebbe. Improvviso, un oggetto enorme, impugnato dall’orrenda creatura, gli si abbatte contro. Dick riesce a schivarlo per poco ma viene colpito ugualmente sulla gamba destra troncata di netto.

Fortunatamente – penso – negli ultimi decenni la scienza bionica ha fatto enormi progressi: le tute che indossiamo riescono automaticamente ad arrestare l’emorragia e a lenire il dolore all’istante. Così Dick riprende la sua corsa in modo più affannoso e disperato ma, il secondo colpo vibrato dal mostro non gli lascia più alcuno scampo. Il mio povero amico rimane schiacciato lì, senza aver avuto nemmeno la possibilità di vedere cosa l’ha ucciso.

Io sono riuscito ad intrufolarmi in una insenatura e riesco ad osservare tutto quanto sperando di non essere stato visto.

«Se usa il gas sarò morto!» – penso. Nel frattempo mi accorgo di aver lasciato ancora inserito il decodificatore e, non so perché, decido di accenderlo.

Ed ecco che i suoni spaventosi provenienti dalla creatura diventano per me più comprensibili. Ecco che inizio a capire.

«Ne ho visti due! Che schifo! Uno l’ho schiacciato ma l’altro si è nascosto! Prendo il gas e vedrai se non esce!»

Capisco che per me è finita. Capisco l’orribile ruolo che da anni ci è toccato di vivere.

Capisco che, forse, Dick aveva ragione. Lui è ancora lì, immobile, con l’unica gamba che ha ancora qualche sussulto solo per effetto nervoso. La nostra speranza di trovare un nuovo pianeta per poter continuare la nostra vita è stata distrutta. La presenza di questi mostri non era stata nemmeno ipotizzata. E adesso ci ritroviamo a fare i conti con loro e, per loro, noi non siamo altro che… scarafaggi.



Luglio 1999

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